agglomerato, anche come agg.: gran numero di persone agglomerate; in demografia, popolazione agglomerata, la popolazione di centri abitati, contrapposta alla popolazione sparsa, cioè dispersa per l’agro; in botanica, di organi vegetali tanto ravvicinati da formare una massa compatta.

Oggi, su scala mondiale, la crescita selvaggia delle città é determinata dalla crescita selvaggia e sfrenata del capitale, che ne determina il contenuto segregativo e la forma caotica. Il capitale si cristallizza di preferenza in torri di cemento, acciaio e vetro sempre più alti, che ogni tanto rimangono vuote, come il grattacielo Galfa e altri più recenti a Milano. Il capitale si densifica consumando sempre più territorio, sottraendolo alla natura, alle donne, e agli uomini. Il capitale si espande e con la gentrificazione spinge i più deboli fuori dalle città.  Il capitale si restringe creando dei deserti urbani come nelle “Shrinking Cities”. In questo processo, che nessuno sembra capace di fermare o di invertire, l’urbanistica é solo ideologia.

Per chi é coinvolto nei conflitti generati dalla trasformazione urbana neoliberista e le lotte per il diritto alla città, le domande fondamentali sono: Un’altra città è ancora possibile? Un’altra vita nelle nostre città è possibile? Aggloville visualizza queste domande agglomerando elementi diversi fra di loro: Paesaggi coperti di giungla come quelli del Congo-Brazzaville, quartieri e isolati come quelli di Alphaville di Godard, sentieri immaginati come quelli di Dogville di Lars Von Trier…

Aggloville é uno stimolo per sognare. Aggloville dimostra che una città diversa é possibile, perché la possiamo immaginare. Aggloville é un’utopia concreta. Aggloville é uno strumento per cambiare le città.


Bert Theis 2015



agglomerated, also as adj.: a large number of agglomerated people; in demography, agglomerated population, the population of inhabited centres, opposed to the sparse population, that is, dispersed in the countryside; in botany, of plant organs so close together that they form a compact mass.

Today, on a global scale, the wild growth of cities is determined by the wild and unbridled growth of capital, which determines its segregative content and chaotic form. Capital preferably crystallizes in increasingly tall concrete, steel and glass towers, which occasionally remain empty, such as the Galfa skyscraper and other more recent ones in Milan. Capital densifies by consuming more and more territory, subtracting it from nature, women, and men. Capital expands and with gentrification pushes the weakest out of the cities. Capital shrinks creating urban deserts like in “Shrinking Cities”. In this process, which no one seems capable of stopping or reversing, urban planning is only ideology.

For those involved in the conflicts generated by neoliberal urban transformation and the struggles for the right to the city, the fundamental questions are: Is another city still possible? Is another life in our cities possible? Aggloville displays these questions by agglomerating different elements: Jungle-covered landscapes like those of Congo-Brazzaville, neighbourhoods and blocks like those of Alphaville of Godard, imagined paths like those of Dogville by Lars Von Trier …

Aggloville is a stimulus for dreaming. Aggloville shows that a different city is possible because we can imagine it. Aggloville is a concrete utopia. Aggloville is a tool for changing cities.


Bert Theis 2015